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BIANCO BLU

ANTICO SAVONA

L’affermazione della ceramica ligure è databile intorno alla fine del XV secolo. Prima di quel periodo, si potevano ammirare solo porcellane che provenivano dalla corte del sultano di Istanbul. Erano di derivazione di manifatture cinesi, con il classico decoro bianco-blu. Gli ottomani, elaborarono e interpretarono questi decori cinesi fino alla metà del XVI secolo.

In seguito il decoro fu introdotto, intorno alla metà del secolo XVII, dalla famiglia Guidobono al cui capostipite Giovanni Antonio (1631-1685) si fa risalire la definizione a chiaro scuro del monocromo turchino. È costituito fondamentalmente dalla rappresentazione della figura umana collocata in un paesaggio costituito da un primo piano con cespi vegetali e con piccole rocce e da un secondo piano con prati, alberi, qualche casa o castello e da un piano di fondo con montagne e nuvole. Una decorazione meno impegnativa è costituita dalla raffigurazione di qualche putto soltanto o del solo paesaggio. È realizzato su maiolica bianca o azzurrina in monocromia blu ma anche, più raramente, in policromia.

 

 

La lavorazione della ceramica ligure ha origini antiche: nasce per la presenza nel territorio ligure di bacini argillosi, materia prima grazie alla quale si sviluppa l’arte figulina a partire dalla seconda metà del XII secolo a Savona per poi raggiungere nel ‘400 Albisola (ceramica di Albisola) ed anche Genova.

In cinque secoli di storia la ceramica ligure mantiene e rafforza la sua immagine raffinata e di pregio anche grazie alla sua collocazione geografica ed i collegamenti con le regioni limitrofe (via mare con la Francia e via terra con il Piemonte).

Tra il ‘500 e il ‘600 la ceramica ligure vive un momento di splendore grazie alla diffusione dell’arte della maiolica, con un’ornamentazione inizialmente blu cobalto e poi in policromia con vari motivi sia orientali (piante lacustri, insetti, uccelli, pagode, animali da cortile…) che occidentali (castelli turriti, soggetti religiosi, mitologici…).

 

Manifattura di Giuliano Salamone [1666]

VASI DA FARMACIA

La storia della maiolica ligure tra il XVI e il XIX secolo risulta strettamente legata a quella dei corredi utilizzati nelle farmacie ospedaliere, conventuali e private per la conservazione e la distribuzione di spezie e preparati medicamentosi.

Queste ceramiche, provenienti dall’antica farmacia dell’Ospedale San Paolo di Savona, rappresentano un esempio di eccellenza della tipologia “orientalizzante a tappezzeria”. L’elegante decorazione in bianco-blu è costituita da nuvolette, elementi vegetali, insetti, uccelli, castelli, borghi turriti, angioletti, animali, tra cui scimmie e cavalli, silhouettes e “figuretti”, disseminati sull’intera superficie a comporre un’elegante e raffinata tessitura.

Sulla superficie di ogni vaso campeggia la figura di San Paolo avvolto in un ampio mantello, accompagnato dai suoi consueti attributi iconografici: la spada e il libro. La fornitura si suddivide in sette forme vasali: idrie (stagnoni) per le acque, pillolieri per le pillole, fiaschette per i semi, albarelli, vasi da elettuari e vasi troncoconici (la cui foggia è esclusiva di questo corredo) per le miscele grasse. La maggior parte di questi manufatti è stata realizzata nel 1666, contemporaneamente alla messa in opera dell’apparato ligneo della nuova farmacia dell’ospedale. Gli esemplari riportano sotto il fondello la marca con lo stemma di Savona, a indicare il luogo della loro fabbricazione presso la manifattura di Giuliano Salamone. Alla sua attività rimandano, infatti, le iniziali GS ai lati dello stemma coronato di Savona che sormonta la stella a cinque punte, emblema della famiglia del ceramista, dipinte sul collo del piede di alcune ceramiche. La grande raffinatezza del decoro ha fatto pensare al pennello di Gio Antonio Guidobono, che all’epoca collaborava con la manifattura Salamone.

Queste ceramiche sono esposte nella sala numero 10 del Museo della Ceramica di Savona.

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