CAROLINE KEYN

Caroline Keyn - Porto di Imperia - foto con pittura - cm. 80 x 80

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Porto di Imperia - foto con pittura - cm. 80 x 80

Caroline Keyn nasce nel 1946 a Sanspareil (Franconia), nel distretto di Kulmbach, in Germania. Fino agli anni ’60 è cresciuta a Wirsberg, studiando presso il liceo femminile Kulmbach.Dal ‘60 al ‘63 si trasferisce ad Aichach, vicino ad Augusta, ove frequenta il liceo Schrobenhausen. In seguito, per due anni, studia Belle Arti sotto la guida del Prof. Heinz Butz, presso il “University of Applied Sciences for Design Augsburg”.

Nel ‘65 e nel ‘66 si dedica allo studio di “design scultoreo” al “Werklehrerseminar München Bogenhausen” a Monaco di Baviera e successivamente studia “Psicologia e Pedagogia” all’“Istituto Don Bosco” di Augusta. Dal 1967 al 1996 ottiene la cattedra per l’insegnamento delle  Belle Arti e Scultura presso alcuni Licei di Augusta.

È stata fondatrice e presidente del “Kunstkreis Aichach e.V.” e membro dell’Associazione degli Artisti delle Belle Arti “BBK Schwaben”.

Nel 1997 si trasferisce in Italia e risiede a Diano Arentino (Imperia), ove opera attivamente come artista.

Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, fra cui al Castello di Cagnes sur Mer (Francia), alla Fiera delle Belle Arti Internazionali a Zurigo (Svizzera), a Kanzlei Ladwig, Stoccarda - Kanzlei Prass, Colonia (Germania). Nel 2007 presenta una mostra personale alla Galleria ZeZhong, Pechino, Cina e l’anno successivo rappresenta l’Italia al “National Art Museum of China” a Pechino, nella “International Women Artist`s  Exhibition”.

Dopo la mostra “Art International Penang 2009” in Malesia ha continuato la sua attività espositiva, essendo stata invitata a partecipare a numerosi eventi, sia in Italia che all’estero.

Una fotografia rielaborata al computer, ripassandone alcuni particolari con colori acrilici, che danno quella sensazione di sospensione del tempo, quella modernità che oggi sembra vintage, come un ricordo di infanzia, che alcuni autori, a partire da Jacques Derrida, hanno chiamato “Hauntology”, che abbiamo imparato a conoscere nella musica elettronica e nel cinema, e qui troviamo ottimamente rievocata in ambito figurativo.

Alfredo Sgarlato